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Innanzitutto, 102 "grazie"! PDF Stampa E-mail
Scritto da Giorgio Pezzana   
Mercoledì 01 Giugno 2011 14:50

Credo che la prima cosa da fare di questi tempi, al cospetto di 102 schede di partecipazione a Biella Festival 2011, sia ringraziare 102 volte. Si, perchè Biella Festival, dopo un paio di anni di stasi, è tornato a crescere, e questo significa che i tanto rumorosamente celebrati “talent show” stanno già segnando il passo ed i ragazzi, almeno quelli più seri, si stanno rendendo conto che quel fuoco fatuo che accende i riflettori solo su chi i “talent show” li conduce, non approda da nessuna parte. Dallo scorso anno, abbiamo interrotto la collaborazione con  “Demo” di RadioUno Rai, non riuscendo più a condividerne metodi e principi. Sinceramente pensavo che questa rinuncia, resa necessaria da quei valori di coerenza nei quali continuiamo a credere, ci avrebbe penalizzati. Ma non è stato così.

 

Forse i ragazzi stanno cominciando a comprendere che le grandi baraonde musicali, quelle che piacciono al Mei di Faenza ed anche a “Demo”, accendono i riflettori su tutto, ma non riescono a focalizzare nulla. Probabilmente perchè si tratta di grandi supermercati della musica, che hanno però perso completamente la dimensione della piccola bottega, ove si sceglie un prodotto in cui credere e su quello si lavora e si cesella. Proprio con questa consapevolezza Biella Festival quest’anno ha deciso di fare un passo in più, affidando il vincitore, per un anno, ai percorsi di promozione del proprio ufficio stampa; assicurando un contributo per la stampa dell’eventuale cd che l’artista intendesse realizzare nel corso del 2012; regalando la disponibilità del proprio studio grafico di riferimento per la realizzazione della copertina dello stesso supporto; preoccupandosi infine anche di individuare possibili vie di distribuzione del supporto con la consulenza di professionisti del settore. Instaurando insomma con l’artista un rapporto umano altrove ormai quasi inesistente, perchè se è vero che le esperienze servono, questi 13 anni di Biella Festival ci hanno insegnato, tra l’altro, che questi ragazzi, tra i quali si possono celare i big di domani, hanno bisogno di palcoscenici e di riflettori, ma anche di consigli, di ascolto, di franchezza e di considerazione. Biella Festival cresce ancora, con l’ambizione di divenire sempre più un punto di riferimento, non solo una delle tante rassegne di canzoni. Cresce pagando il coraggio di avere voluto mantenere con affanno a Biella ciò che altrove avrebbe raccolto sostegni e consensi ben più vistosi. Una città che continua a cercare il grande evento altrove, senza rendersi conto di averlo in casa, obnubilata dal canto di sirene costose e presuntuose, ma anche afflitta dalla pochezza di un’innata predispozione all’autodistruzione e da una colpevole indifferenza. Nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia, a Biella arriveranno, come sempre, ragazzi provenienti da tutta la Penisola. E ci saranno, come avviene da tre anni a questa parte, artisti emergenti internazionali che canteranno anche in italiano. E’ questa oggi la dimensione riconosciuta di una manifestazione che tredici anni or sono mosse il primo passo, con il motivato timore di non riuscire a muovere il secondo.

 

Giorgio Pezzana

 

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